mercoledì 7 maggio 2014

Cambiare o no?

Perché i cambiamenti sono così difficili?
ogni tipo di cambiamento, dal più banale al più drastico ci spaventa.. anche solo un taglio di capelli può terrorizzarci. Ma in realtà non dovremo farlo, i cambiamenti fanno parte della vita, tutto può succedere in un istante, quello a cui siamo abituati può essere stravolto, ma il fatto che sorprende di più siamo noi, le nostre reazioni e il nostro modo di reagire.
Come noi affrontiamo i nuovi avvenimenti ci può stupire. È in queste occasioni che ci mettiamo davvero in gioco, dimostrando a noi stessi di cosa siamo capaci.
Io ho affrontato tanti cambiamenti in questi anni, ho vissuto in 3 paesi diversi e fatto 6 traslochi e mi sorprende di come ogni volta, anche nella più difficile delle situazioni, riesca a cavarmela e, nonostante tutto, imparo sempre cose nuove. In 4 anni, dopo tutte queste avventure, mi accorgo di essere una persona migliore, più consapevole e con un bagaglio culturale molto più ampio.
A breve affrontero' un altro grande cambiamento, lo ammetto sono spaventata, ma se non provo non saprò mai come andrà.
Abbiamo sempre un 50% di farcela alla grande e l'altro 50% di prendere una grossa batosta, ma l'importante è provarci, senza avere mai dei rimpianti (sono la cosa peggiore!!!). E se capita di cadere, pazienza, l'importante è rialzarsi.. rialzarsi SEMPRE, nonostante tutto, sempre più forti. Impariamo dagli errori e riproviamo, cambiamo la nostra vita, spezziamo la nostra routine con grandi o piccoli gesti, anche tagliandoci i capelli in modo diverso o fare una vacanza in un posto impensato, non dobbiamo mai avere paura del cambiamento.
Il cambiamento fa parte della vita, ed è sempre bello perché è l'unico modo che ci fa capire chi siamo e chi vogliamo essere. Cambiate e mettetevi alla prova!! 

lunedì 5 maggio 2014

Viaggi: Thailandia con bambini piccoli: Bangkok (parte 1/2)

Bangkok e Railay Beach (Krabi) in 20 giorni





Premessa

Prima di prenotare i biglietti abbiamo cercato online se fosse o no il caso di affrontare un viaggio così lungo, in una città "caotica" come Bangkok, con due bimbe di 1 anno e mezzo e 4 anni. La maggior parte sconsigliano il viaggio con bambini così piccoli, per via delle difficoltà che si possono incontrare in una città non proprio a forma di bambino (e di passeggino).
Nonostante tutto, con una dose di incoscienza, abbiamo deciso di partire ugualmente :) .

Quanti giorni a Bangkok con i bambini?

Le varie esperienze che abbiamo trovato online di persone che sono state con bambini a Bangkok, concordavano sul passarci non più di 3-4 giorni, per poi spostarsi al mare. Noi, per fortuna, abbiamo prenotato 7 notti in hotel, per visitare la città con più calma. In realtà, io e le bambine abbiamo passato 4 giorni a letto, tra hotel e ospedale, per via di un brutto virus influenzale preso prima di partire, quindi abbiamo avuto solo 3 giorni per visitare Bangkok e, per quanto mi riguarda, non sono affatto sufficienti.
Con il passeggino ci siamo spostati tranquillamente, siamo andati ovunque, i marciapiedi non sono molto diversi da quelli italiani, ci sono solo più persone.

Viaggio organizzato o viaggio fai da te?

Ad un viaggio organizzato dall'agenzia, in cui ci chiedevano più di 5000 euro per 10 giorni per due persone, abbiamo optato per un viaggio formato famiglia, totalmente organizzato da noi, per 20 giorni e vi assicuro siamo riusciti a spendere meno!!!! Certo non abbiamo alloggiato in strutture super lusso, quello dipende anche dal tipo di vacanza che cercate, però il risparmio è notevole e le strutture sono comunque molto valide e pulitissime. Per sfatare i miti che spesso circolano online, ormai esistono booking e trip advidor (tra i più famosi), che in base alle opinioni degli ospiti degli hotel, resort, etc. si ha la tranquillità e sicurezza di poter scegliere un buon posto, che è già stato valutato da altre persone. Ormai è da anni che prenotiamo i nostri viaggi su booking e ci siamo trovati sempre bene. Inoltre, per una maggiore sicurezza, leggiamo anche le recensioni su trip Advisor, così abbiamo un doppio confronto.
La voce metropolitana che le strutture in Thailandia (perlomeno per quanto riguarda la parte che noi abbiamo visitato) siano sporche, piene di insetti, o altro non è assolutamente vero. Siamo nel 2014, cerchiamo di vedere oltre le stupidaggini, che spesso cercano di infilarci nella testa, secondo cui i paesi orientali siano posti spaventosi. Bangkok è una delle città più pacifiche al mondo.

Partenza e arrivo a Bangkok

Siamo partiti il 21 gennaio 2014 con un volo super low cost della Malaysia Airlines, che faceva uno scalo a Kuala Lumpur, usciti dall'aeroporto di Bangkok alcune ragazze, con delle cartelle, ti assegnano un numero per il taxi, arrivato il nostro turno, un tassista gentilissimo ci ha aiutato a caricare i bagagli e ci ha portato al nostro hotel (da notare che sapeva a memoria tutte le strade di Bangkok, gli è bastato sapere la via e ci ha portato esattamente lì, senza sbagliare). Ha acceso il tassametro regolarmente e, nel cruscotto ben visibile, c'era il
suo cartellino con nome, cognome, numero di matricola e foto.
Abbiamo alloggiato al "Centre Point Pratunam", un hotel con 4 stelle e più di 30 piani, situato a circa 20 minuti a piedi dalla zona dello shopping. L'ingresso è bellissimo, sono rimasta davvero colpita appena arrivata. Ho pensato <<se l'esterno e la reception sono così di lusso chissà le camere..>>, quindi già mi gustavo una camera piena di comfort e splendore, invece nella realtà sono molto modeste. Pulite, ma con mobili vecchiotti, anche se verniciati e tenuti molto bene. Piccola delusione per me, ma comunque già avevo la febbre a 39, la mia bambina di 4 anni lo stesso, ha fatto tutto il viaggio in aereo (undici interminabili oreeeeee) con la febbre. Mio marito e la mia bimba più piccola sembravano illesi.

Ospedali a Bangkok

In quattro giorni abbiamo fatto visita per ben tre volte a due ospedali (la nostra esperienza Thailandese è stata completa..). Ormai eravamo degli abituè. Prima di partire, per fortuna, mio marito ha stipulato una polizza italiana, che ci garantiva la copertura sanitaria per tutta la durata del viaggio.
Se anche voi decidete di farla, un consiglio, appena arrivate all'aeroporto di Bangkok, comprate una scheda Thailandese, ci sono degli stand che fanno pagare sui 10 euro e ti offrono chiamate e accesso ad internet per una settimana. Sarà più facile per voi mettervi in contatto con l'assicurazione, che dovete contattare in caso di necessità. Sarà sempre l'assicurazione che si metterà in contatto con l'ospedale più vicino a voi per fissarvi, nel minor tempo possibile, un appuntamento. Quando la mia bimba più piccola è stata male la prima volta, senza la scheda thailandese, è stato davvero complicato mettersi in contatto con l'Italia (anche perché i Thailandesi e l'inglese non vanno molto d'accordo), comunque in 20 minuti avevamo l'appuntamento in ospedale. Ovviamente ospedale privato.
Siamo rimasti meravigliati alla vista degli ospedali a Bangkok, delle strutture bellissime, all'avanguardia, veloci, pulitissime ed efficienti. Hanno praticato delle spugnature a mia figlia per far scendere la febbre e poi ci hanno dato la cura. Le farmacie si trovano in ogni reparto dell'ospedale, loro ti prescrivono la cura adatta e te la creano sul momento, poi si va allo sportello per pagare (o in caso di assicurazione, si attende che mandino un fax all'ospedale per fargli addebitare il costo).
Se decidete di non fare l'assicurazione, informatevi sugli ospedali più vicini al vostro hotel, i costi sono comunque molto bassi. Si spendono dai 20 ai 50 euro per una visita generale, compresi i medicinali.

Dopo 4 giorni di malattia, finalmente Bangkok..

Tutte e tre sotto antibiotico, io per febbre ed un fortissimo mal di gola, la mia bambina grande per una sorta di sinusite e la piccola per febbre e mal di gola, anche lei, poi tramutato in placche (in tutto ha dovuto prendere due antibiotici), finalmente abbiamo visto la luce.
Il primo giorno abbiamo deciso di visitare il quartiere più vicino a noi, il Siam Square e dintorni. La mia guida, National Geographic, diceva che gli odori, del cibo soprattutto, all'inizio poteva infastidire. Io invece me ne sono innamorata (non so se c'entra qualcosa la prigionia in hotel..), tutte le strade di Bangkok brulicano di bancarelle, perlopiù di zuppe e fritti. I marciapiedi sono larghissimi, ma a voi sembreranno minuscoli, perché dovrete passare tra le numerose persone e le ingombranti bancarelle, presenti ad ogni ora del giorno e della sera. Sembra brutto riportato in questo modo, ma in realtà è bellissimo, sono tutti odori ai quali noi non siamo abituati, così esotici e speziati, diversi, e la gente è fantastica. Adorano i bambini e sono gentilissimi. Difficilmente troverete persone scortesi, hanno sempre il sorriso, anche quando magari voi vi starete scocciando perché da 15 minuti cercate di chiedergli qualcosa in inglese e loro non vi capiscono.
E' una città da vivere Bangkok. Istanbul è caotica, Londra è caotica, ma a Bangkok i clacson non suonano mai, sono tutti calmi e pazienti, anche se quello di fronte è fermo da 3 minuti al semaforo verde e voi vorreste andare a battergli sul finestrino per dirgli <<ma ti muovi?>>, ma loro no, mantengono questa tranquillità di fondo che ti rende difficile pensare di essere in una grande metropoli. Ed è strano anche la notte, quando tutto tace, c'è un bel silenzio e non i fastidiosi rumori della città.
Il periodo in cui siamo stati lì, era quello delle proteste, numerose strade erano chiuse, eppure in 20 minuti di taxi arrivavamo tranquillamente al centro. Abbiamo passato al massimo 5 minuti in mezzo al traffico, e il tassista (purtroppo davvero pochi parlano inglese) ci ha spiegato che in genere le strade sono molto scorrevoli.

Siam Paragon http://www.siamparagon.co.th/index.php

Per visitare questo centro commerciale non vi basterà una giornata. E' enorme e bellissimo, al piano BF si trova l'acquario, il "Siam Ocean World", fantastico per i bambini, ma un adulto può farne a meno. Un posto da vedere assolutamente è il "Gourmet Market" al GF, è un supermercato pieno di colori, sapori e prodotti tipici e non, che vi farà uscire fuori di testa. Noi ci siamo rimasti ore e alla fine abbiamo anche comprato un sacco di roba (vi consiglio di prendere l'olio di cocco, prodotto in thailandia e purissimo, ottimo anche per fare un regalo). Bello e da non perdere anche l'ultimo piano, il quinto, quello dei ristoranti. Ogni tipo di cucina orientale, in ristorantini tipici e ben arredati, avrete l'imbarazzo della scelta.
Praticamente, quando siamo usciti dal Siam Paragon era buio, allora ci siamo persi in mezzo alla gente e alle vie (più tardi abbiamo scoperto che eravamo nel bel mezzo di una protesta, super pacifica, in cui tutti ridevano, ballavano e suonavano), sempre piene di ogni tipo di bancarella.

Consigli su cosa vedere

D'obbligo sono le visite al:
  • Grande Palazzo Reale e dintorni (dovrete dedicargli quasi una giornata);
  • Wat Pho;
  • Wat Arun (noi ci siamo arrivati con una giro turistico in barca, se vi avanza tempo fatelo, è molto carino e vi faranno vedere i varani, che prendono beatamente il sole nei pianerottoli delle abitazioni);
  • Lumphini Park;
  • Quartiere dello shopping;
  • China Town;
  • Mercato Galleggiante;
Se non fossimo state male, gli ultimi giorni di visita li avremmo dedicati ai dintorni di Bangkok, siamo rimasti davvero tanto delusi di non aver potuto vedere il tempio di Ayutthaya.

Un'altra cosa da fare assolutamente a Bangkok è un giro in Tuk tuk, anche solo per pochi metri, le bambine hanno riso tutto il tempo e anche noi. Bellissima esperienza!
Per il resto magari evitate di mangiare lo street food, ma buttatevi con i cibi thai. La cucina thailandese è buonissima, ha solo il difetto di essere troppo piccante, chiedete sempre tutto non piccante. Ne metteranno ugualmente, ma per voi sarà una quantità accettabile.

Fine prima parte.

 

lunedì 14 aprile 2014

Challenge:"100Happydays" davvero felici??

Quanto è difficile questa challenge..
il mio percorso è iniziato soltanto da 15 giorni e ho già avuto qualche difficoltà a trovare il mio momento felice della giornata, come oggi.
Non che durante il giorno manchino momenti felici (soprattutto per chi, come me, ha dei figli piccoli), ma a volte si avverte costantemente questo senso di malinconia che ti impedisce di trovare quell'attimo speciale che io cerco di immortalare per questa sfida. Momento che non deve essere per forza qualcosa di importante, di costoso o di grosso, spesso sono le piccole cose, le piccole soddisfazioni a trasformare una brutta giornata in una giornata bellissima.
Quando mi sento triste esco di casa e mi compro un oggetto, spendo pochissimo, massimo 10 euro, ma quello che prendo mi rende felice.. oppure mi faccio una lunga passeggiata in solitudine, solo io e il mio lettore mp3, con la musica a tutto volume, mi rilasso e sono pronta poi ad affrontare tutto con un sorriso.
Per me è una sfida personale, tante persone non la comprendono, io invece penso che sia molto interessante. 
Oltre al fatto che ci si deve impegnare davvero alcuni giorni per trovare un momento felice, ti sforzi per trovarlo e vivertelo, permettendoti di apprezzare appieno ciò che ti circonda e quindi la challenge. Per 100 giorni ci sono 100 momenti felici da immortalare, da ricordare e da riguardare in futuro.
Leggevo online che il 71% delle persone che inizia questa challenge la abbandona, ma che, chi riesce a completarla, si sente meglio perché:
abbassa i livelli di stress;
si accorge di quanto è fortunato ad avere la propria vita;
ha un umore migliore ed è più ottimista;
si rende davvero conto di ciò che lo rende felice ogni giorno.
Vedremo come andrà a finire, nel frattempo:
Felici "100 happy days" a tutti!!!

giovedì 23 maggio 2013

Letture: recensione della trilogia "50 sfumature di grigio" di E.L. James

TITOLO ORIGINALE: Fifty shades of Grey
TITOLO ITA: 50 Sfumature di grigio
AUTORE: E. L. James
GENERE: Romanzo erotico
"VOLUMI": trilogia
VOTO: 2/5

Classificato come Romanzo Erotico, questa fortunatissima trilogia ha raggiunto tutti i lati del globo. Conosciuta e letta dalle donne di tutto il mondo, e non solo... visto che anche qualche maschietto, spinto dalla curiosità, si è scandalizzato immaginando l'utilizzo degli innumerevoli "attrezzi del piacere" dell'avvenente Mr. Grey.

Breve trama

Il romanzo è incentrato sulle vicende di Anastasia Steele. Ragazza carina, ingenua e gentile di 21 anni, in procinto di laurearsi alla Washington State University di Vancouver.
Quando la sua coinquilina, aspirante giornalista, si prende l'influenza proprio il giorno di un'importante intervista con Mr. Grey, amministratore delegato della Grey Enterprises Holdings Inc, Anastasia è costretta a sostituirla. Quando arriva però nell'ufficio del signor Grey rimane folgorata dalla sua bellezza e dal suo sguardo di ghiaccio. Sentendosi a disagio, inizia a collezionare una serie di figuracce che la rendono stranamente sexy agli occhi dell'arrogante Mr. Grey.
Questa serie di vicende susciteranno in lui tanta curiosità da spingerlo a scoprire i posti che frequenta Anastasia, per conoscerla meglio.. ma presto Ana scoprirà che le attenzioni che manifesta Mr. Grey nei suoi confronti nascondono qualcosa di strano. Le tante ombre nel suo passato si riflettono nel rapporto con le donne e nella sua vita sessuale, per nulla convenzionale, metteranno Ana di fronte ad una scelta non troppo semplice .

Considerazioni (Spoiler)

Il libro best-seller che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, è diventato cosi famoso perché? Io personalmente non l'ho ancora capito. Classico romanzo young adult , scritto con un linguaggio semplice che consente una lettura scorrevole e piacevole.
Mentre tutti sono in febbricitante attesa per l'uscita dell'attesissimo film, che promette scene di sesso bollente, non ho trovato la trilogia "50 sfumature" particolarmente originale, anzi, si perde in una serie di cliché banali e scontati, con l'unica differenza delle scene di sesso sadomaso, ben descritte ma ripetute troppo spesso. Scene che alla fine io ho saltato.

Anastasia Steele è la tipica ragazza insicura, ingenua, goffa, con la totale assenza di autostima che, come da standard, a 21 anni, quasi laureata, è ancora vergine. Ma è possibile che in 3 anni di college, con una camera tutta per se, lei non abbia trovato neppure un ragazzo vagamente interessante? Penso sia praticamente impossibile, ma a quanto pare è un cliché che pare piacere parecchio (anche se un po' fuori luogo in questo caso). Non ci piacciono le ragazze sicure di se, orgogliose di se stesse, con una sana vita sessuale, certo che no, molto meglio quelle che si sottomettono, stile manga giapponese.

Se lei risulta essere così imbranata, insicura e carina, ovviamente, Christian Grey è un sogno irraggiungibile. Bello da mozzare il fiato, ricchissimo, giovane, sicuro di se, autoritario, affascinante, con uno sguardo penetrante.. insomma l'uomo che tutte le donne bramano nei loro sogni più intimi.
Ma non è tutto oro quello che luccica, e per quanto bello è fuori tanto è complicato e oscuro dentro: arrogante, prepotente, calcolatore, e con un'ossessione maniacale per il controllo.
Nell'istante in cui la narrazione arriva ad introdurre il suo personaggio ho iniziato a non sopportarlo.

Nonostante a me piaccia parecchio questo genere, "50 sfumarure" non ha rispettato la sua grande notorietà.
Ho terminato la lettura solo per vedere come l'autrice, priva di fantasia già dal primo libro, sviluppava la storia nel secondo e nel terzo.

In conclusione, per quanto mi riguarda, questa trilogia è bocciata. Meglio optare su altre letture di questo genere, ma con una storia più ricca e originale.

martedì 8 maggio 2012

La Cucina Polacca

Le Specialità Polacche

La cucina polacca è molto varia, non ha un'origine precisa, ma pare derivi dall'influenza culinaria dei numerosi popoli cha hanno invaso la Polonia nei secoli.

Gli ingredienti più consumati e utilizzati sono la carne di maiale (principalmente salsicce e pancetta), le patate, le rape e i cavoli.

I Pasti
  1. La colazione è generalmente un pasto salato, molto abbondante e con alto valore proteico, costituito da salsiccia, uova, prosciutto o bacon. Tipico dei paesi del nord Europa.
  2. Il pranzo viene consumato tra mezzogiorno e le tre ed è suddiviso in due portate: la prima può essere una zuppa o un minestrone e la seconda è un piatto a base di carne accompagnato da verdure, patate o funghi, e sono serviti con le più svariate salse.
  3. La cena viene preparata molto presto, tra le sei e le sette, ed è costituita da un piatto leggero.
Tipico secondo polacco



Alcuni dei piatti tipici:
  • i pierogi sono dei ravioli con ripieno a scelta. Possono essere sia dolci, ripieni con mele o altra frutta, sia salati, ripieni con funghi, formaggio o carne. Sono abbastanza buoni e penso anche semplici da realizzare, anche se di solito si acquistano già pronti, surgelati. Possono essere fatti sia in padella, sia fritti, sia al forno. Mio marito ne va matto, io personalmente preferisco quelli dolci alle mele. Vi consiglio di assaggiarli, se vi capita. 


  • la barszcz, è una zuppa di barbabietole, molto liquida dal colore fucsia. Io l'ho mangiata una volta, preparata per una cena di natale da un'amica polacca, è molto leggera e gustosa. Io siceramente non mi ero mai ritrovata davanti una zuppa fucsia ed ero un po' scettica, ma alla fine mi è piaciuta.





  • la zurek, una minestra di farina di segale acida, realizzata con un preparato acido e l'aggiunta di salsiccia, pepe nero grosso, spezie varie, patate e uova. Ho mangiato questa zuppa parecchie volte, sia nei ristoranti tipici in polonia, che a casa di amici (polacchi), e posso affermare che è in assoluto la mia zuppa preferita, è DELIZIOSA. La mangio sempre con gusto (anche due piatti ora che sono incinta eheheh) e a parer mio può essere considerato proprio come un pasto completo,  è molto nutriente e riempie davvero tanto. Certo non è consigliata d'estate o in primavera, visto la pesantezza. Ma d'inverno è perfetta, nei ristoranti tipici polacchi viene servita all'interno di un grosso panino, scavato nel quale la zurek viene servita bollente con il coperchio fatto dal panino stesso!!! Bello da vedere e buono da mangiare.



Se vi capita di trovare in giro per le città polacche un ristorante tipico (come quello della foto), vi consiglio di entrarci. Servono la maggior parte dei piatti polacchi, in più potrete apprezzare un clima davvero unico e accogliente.


La Goldwasser

Infine vorrei parlare di una bevanda alcolica, specialità esclusiva della città di Danzica: la Goldwasser. E' un liquore trasparente a base di piante prodotto per la prima volta nel 1598 proprio a Danzica.
La goldwasser ha un sapore molto simile alla nostra acquavite, ma più aromatizzato e speziato. Presenta poi un'altra particolarità, che la rende unica: al suo interno sono dispersi dei veri fiocchi d'oro da 22/23 carati. Perfetta da regalare o da offrire agli amici.

domenica 6 maggio 2012

Danzica (Polonia)

Città da scoprire:
Danzica, la capitale dell'ambra e non solo..




Siamo arrivati all'aeroporto di Danzica, con un volo low cost wizzair da Roma, il 15 febbraio. Prima di allora non avevo mai visto così tanta neve in vita mia, abituata al sole della Sardegna. Il primo impatto non è stato dei migliori, una bufera di neve ci ha accolti non appena varcata la soglia dall'aeroporto e per una settimana non ha fatto altro che nevicare. -10 gradi ma vedevo le mamme uscire tutti i pomeriggi con le carrozzine e il cane al seguito. Per me era impossibile mettere un piede fuori dalla porta, dentro casa la temperatura si aggirava intorno ai 23 gradi e sinceramente mi sembrava di stare meglio lì, al calduccio, sia per me che per la mia piccolina di appena tre mesi.

Poi però, dovevamo pur mangiare, così abbiamo inziato a prendere un po' di confidenza con la città e nonostante la neve alta, uscire non era assolutamente un problema.
Spostarsi da un posto all'altro era davvero semplice, ci sono fermate del pullman ovunque. Io ne avevo una proprio sotto casa e un'altra poco più lontano, e tutti i pullman passavano per il centro. Spesso con mio marito per uscire preferivamo lasciare la macchina a casa e andare a visitare il posto con i mezzi pubblici: più comodi, veloci, puntuali e meno stressanti. Poi potevamo apprezzare meglio la città, vedere le vie che in macchina, facendo sempre le stesse strade, non potevamo vedere.

Il centro

La prima volta che ho passeggiato per le vie del centro me ne sono subito innamorata. La città conserva ancora quell'aria tipica delle città più belle del nord Europa,  nonostante la seconda guerra mondiale abbia cancellarto molti edifici storici (è proprio a Danzica che è iniziata la guerra). Il centro è percorribile per la maggior parte solo a piedi.
Attraverso la via principale, chiamata duga, si arriva al fiume moldava (che d'inverno è sempre ghiacciato) e non mancano negozi e bancarelle pieni di gioielli e oggetti fatti d'ambra (che vi consiglio di acquistare se avete in mente una vacanza a Danzica, sono unici e costano poco), nonchè negozi di souvenir a prezzi davvero bassi. A due passi dal centro poi ci sono alcuni centri commerciali in cui rifugiarsi quando fa troppo freddo.

D'inverno non ci sono molte attività da fare, noi generalmente passeggiavamo (freddo permettendo) per le vie del centro, oppure ci rifugiavamo nei centri commerciali, soprattutto uno,  chiamato galeria baltycka. Uno dei centri commerciali più grandi della Polonia, con tipo 200 negozi all'interno, davvero bello.

In compenso d'estate si anima di vitalità. Si trovano tantissime attività da fare, una più interessante dell'altra. Danzica, Sopot e Gdynia vengono chiamate la triade, sono tre città praticamente attaccate l'una all'altra, e ogni giorno offrono tante cose diverse da fare per non annoiarsi mai, sia per le famiglie che per i ragazzi in cerca di svago.


In tutte le vie del centro di Danzica, in agosto, si può ammirare un bellissimo ed enorme mercato all'aperto (che fanno anche nel periodo natalizio, ma al chiuso), molto conosciuto, dove si trovano stand di qualunque cosa, dall'antiquariato alle novità più improbabili, poi ovviamente non mancano gli stand di cibo (sia forniti di tavolini e sedie per riposarsi e gustare un buon pasto caldo sia quelli in cui si possono assaggiare le specialità tipiche del posto, come salumi e formaggi). Nella duga si può praticare il bungee jumping o ammirare gli spettacoli degli artisti di strada e la sera, sempre al centro, si esibiscono delle band locali sul palco. Per visitare tutto il mercato ci vogliono almeno due o tre giorni, io penso di non averlo nemmeno visitato tutto da quanto è grande.

Sopot
Collegatissima da tram e taxi, a solo dieci minuti in macchina dal centro di Danzica troviamo Sopot meta molto turistica per la presenza di lunghe spiagge.. ovviamente l'acqua non è certo di un blu turchese, ma piuttosto è verde a causa del placton, ed è abbastanza fredda, ma la sabbia è bella e alla fine, per quanto mi riguarda, per godermi il mare frequento  altre località, ma quando vado in Polonia lo faccio per divertirmi e vedere posti nuovi, non per prendere la tintarella.
Sopot è meno antica di Danzica, meno storica, ci sono meno momumenti e musei da vedere, però è più "giovane", è pieno di ragazzi e gioventù, sia per i bei locali che per le discoteche. Da qui poi, nel lungomare, parte una grande pista ciclabile in mezzo agli alberi che porta fino a Danzica. Si possono affittare le biciclette, i pattini, e altro per percorrere tutta la strada. Un bel posto per rifugiarsi quando fa più caldo, anche se la temperatura d'estate non sale mai troppo, cosa che io adoro. Noi un giorno abbiamo affittato le biciclette per farci un giretto, ovviamente non abbiamo fatto molta strada visto che io ogni 5 metri rischiavo o di cadere o di investire qualcuno (per mia difesa era almeno da 10 anni che non salivo su una bici, quindi sono parzialmente scusata). Abbiamo passato giornate intere a Sopot, il pomeriggio al mare, e la sera in piazza ad ascoltare le esibizioni degli artisti di strada e a goderci la vitalità del luogo.

Gdynia
Gdynia non l'abbiamo visitata, dista circa 15 minuti di macchina da Sopot, l'unica cosa che abbiamo visto è il lungomare, dove è ormeggiata una nave da guerra (o sottomarino?? non ricordo) diventata un museo galleggiante, e l'acquario che si sviluppa su tre piani, molto carino per i bambini, che rimangono sempre sorpresi di fronte ad ogni tipo di animale.

Considerazioni
In conclusione, spero di avervi fatto venire almeno un po' di curiosità per visitare questa bellissima città del mar baltico, che io nemmeno conoscevo prima che ci trasferissero per lavoro.
Quando mio marito mi ha detto "dobbiamo andare in Polonia", io ho pensato "oddiooo chissà come sarà, chissà in quale città sperduta e arretrata ci manderanno" e invece siamo capitati a Danzica, una delle città più ordinate, pulite e all'avanguardia che io abbia mai visto.


Purtroppo noi italiani, per natura, siamo stati abituati a pensare a certi paesi con un'aria di superiorità davvero infondata e l'esperienza polacca mi ha cambiata, mi ha fatto capire quanti stupidi pregiudizi avevo, di certo la prossima volta che mi proporranno una meta diversa dalle solite conosciute ci penserò due volte prima di dare giudizi.

domenica 22 aprile 2012

La mia casa...l'Europa

Ognuno di noi sente, dentro se, di appartenere ad una terra, una città, un paese.. un luogo in cui fare sempre ritorno.
Ognuno di noi ha un posto che sente suo, ma non tutti sentono la necessità di viverci.


Esistono due diverse categorie di viaggiatori :
  1. ci sono quelli occasionali, che vivono sempre nello stesso posto e che una o due volte all'anno fanno una vacanza;
  2. e poi ci sono quelli cronici, che sentono sempre il bisogno di partire, che non riescono a stare in un posto per troppo tempo, ma hanno la necessità di cambiare per cercare sempre qualcosa di diverso, di nuovo da scoprire.

Io ritengo di far parte della seconda categoria, ho sempre amato viaggiare, ho sempre trovato misterioso ed emozionante organizzare un viaggio, scoprire le molteplici possibilità culturali che offrono i diversi paesi del mondo, le tradizioni, i misteri.. ma senza un degno compagno di viaggi con cui condividere questa immensa passione che esperienza sarebbe? io ho il mio speciale "avventuriero" che ho conosciuto quando avevo appena 17 anni, mentre frequentavo ancora la scuola, ed è con lui che ho fatto le mie prime esperienze fuori dall'Italia, e mentre i nostri amici spendevano i loro soldi in cene al ristorante, uscite al pub, tecnologia, noi li conservavamo per i nostri viaggi.

E, tra un viaggio e l'altro, mentre cercavamo di pianificare la nostra vita per il futuro, di capire la strada giusta da prendere, è arrivata la nostra splendida bambina e insieme a lei un trasferimento di lavoro all'estero per un anno, così ho lasciato in standby l'università e valigia in mano siamo partiti tutti e tre per questa nuova avventura che inizialmente mi spaventava (siamo partiti che la nostra bambina aveva solo tre mesi), ma che poi ho cercato di prendere nel migliore dei modi: come una bella occasione per scoprire un paese nella sua "quotidianità", non fermandosi solo ai 10 giorni di vacanza (in cui generalmente non si riesce a conoscere praticamente nulla di tradizioni, modi di vivere, eccetera) ma andando oltre, scoprendo ogni suo lato, positivo e negativo che sia.

Ovviamente non è sempre tutto bello, la nostalgia di casa, della propria terra, degli affetti più grandi, si fa sempre sentire.. quando visito un posto nuovo il primo pensiero che mi viene in testa è di chiamare i miei genitori per raccontargli tutto, e all'estero non è sempre possibile. Ma nonostante ciò, da brava viaggiatrice di seconda categoria ;), quando ritorno a casa per le vacanze, già dopo due settimane non vedo l'ora di ripartire, anche se alla fine manca sempre qualcosa.

A volte penso che sarebbe stato più semplice far parte della prima tipologia di persone, quelle che sono felici di vivere dove sono, e un po' le "invidio" perchè in realtà non c'è mai pace nell'anima di un viaggiatore, dopo aver raggiunto e scoperto una meta è già pronto a ripartire per un luogo nuovo, per una nuova avventura, senza la reale intenzione di fermarsi.

Io spero di trovare un posto per noi, un posto in cui vivere ed essere felici senza più sentire il bisogno di partire, perchè, purtroppo, il senso di appartenenza ad un luogo non basta. 

Ora dopo due anni e mezzo siamo ancora "nomadi", abbiamo vissuto in due paesi europei e tra breve cambieremo ancora destinazione, sempre con la valigia in mano, sempre in tre (per ora...) e con ancora tanta voglia di scoprire.